La parola di Dio di questa domenica ci mette di fronte a un banchetto di nozze nel quale viene a mancare il vino, simbolo di gioia e di festa. Maria, la donna profondamente “contemplattiva” chiede a Gesù di intervenire riguardo a questa mancanza di gioia, di bellezza di vita, ed egli sul comando di colei che trova la forza di parlare a fronte di una profonda meditazione, opera il prodigio dell’acqua tramutata in vino con sovrabbondante prevenienza.

Gesù opera un prodigio che permette agli sposi di non cadere nel baratro della paura del giudizio da parte dei commensali, e allo stesso tempo indirizza tutto a se stesso facendo comprendere che la sua presenza è quella gioia vera prefigurata nel vino. La quantità arrotondata per eccesso di questa bevanda indica chiaramente che l’agire divino non ha tornaconti, non ha limitazioni nel dono gratuito. In questa domenica fratelli e sorelle carissimi, meditiamo sul vino sovrabbondante della grazia che costantemente Dio riversa per intercessione di Maria e della Chiesa su ciascuno di noi.